Una volta terminato il nostro collaudo mi sono concentrato sui volti dei miei Clienti ed visto spalancare un sorriso e rivolgermelo senza condizioni. Ho risposto con la mia più sincera e vigorosa stretta di mano, dal momento che ero sinceramente felice anch’io. Perché se mi fermo un attimo a pensarci è davvero così. Ogni volta di più che portiamo a termine la nostra “missione” noto che la soddisfazione dei nostri Clienti è sempre maggiore. Magari è una mia sensazione. Ma mi piace pensare che l’istantanea di quel sorriso fotografi il momento esatto in cui il cliente realizza che il suo sogno può cominciare.
Era tutto iniziato con una sveglia impostata presto di giovedì mattina, come al solito. Iniziava uno dei nostri “weekend lunghi”. Abbottono la camicia e infilo la mia giacca indaco, ché in queste occasioni, a presentarmi bene, ci tengo ancora di più. Durante la strada verso la nostra nuova farmacia mi rinvengono alla mente tutti i momenti di questo bel progetto. E penso che, anche se sono tanti anni ormai, non smetterò mai di provare quel po’ di quella sana emozione che mi accompagna in queste giornate speciali.
Oggi è il primo dei cinque giorni nei quali monteremo e collauderemo definitivamente la farmacia del nostro cliente.
Ogni volta è una sfida olimpica, specialmente per i così brevi tempi di posa, ma vedere la soddisfazione – e anche la sorpresa, suvvia – sul viso del nostro cliente è una sensazione impagabile che ci spinge a superarci sempre. In effetti potreste pensare che sia un’impresa impossibile scaricare e montare tutto ciò che dà vita a un locale così complesso come una farmacia in così poco tempo. Ma quando prendo un impegno, lo faccio perché so di poterlo mantenere. Il nostro grande obiettivo è proprio questo: permettere al farmacista di aprire il prima possibile.
Una volta arrivato trovo già parcheggiato il nostro furgoncino e i miei indispensabili dipendenti che si accingono a scaricare tutti gli elementi che comporranno la farmacia: telai, lastre, vetrine, arredi e così via. D’intorno i passanti si fermano qualche secondo in più con le buste della spesa in mano per curiosare. Qualcuno chiede ai ragazzi occupati a scaricare cosa sta succedendo. Siamo sempre felici di rispondere che di qui a qualche giorno, quando ripasseranno da queste parti, ci sarà una nuova farmacia.
La farmacia non è mai solo il posto dove si acquistano i medicinali.
È sempre ben altro: per molti è il primo luogo di consulto quando non ci si sente bene. Per altri rappresenta la sicurezza di trovare ciò che si cerca per il proprio benessere e la propria persona. I farmacisti stessi, spesso, sono persone a cui una grande parte della cittadinanza si rivolge per avere certezze. In un certo senso è un luogo della salute spirituale, oltreché fisica. È fondamentale tenere bene a mente questo durante tutte le fasi dello studio preliminare, della progettazione e della realizzazione, perché quando penso e progetto una farmacia, oltre lo spazio e il design, la luce e i materiali, ci vedo già dentro le persone che la frequentano e la abitano. Ossia coloro che le danno un’anima.
Nel mentre che passano i giorni il locale prende forma: iniziamo a montare le grandi cassettiere in legno e le vetrine degli scaffaloni, poi passiamo al banco in Corian®. È in questi attimi, quando lo spazio acquisisce la forma, assorbe i colori, si adatta alle misure, che comincio a vedere nei miei Clienti quella luce negli occhi che è il nostro obiettivo fin dall’inizio di ogni progetto. Lo vedo che iniziano a sfiorare gli scaffali e scrutare gli espositori e il soffitto, poi si soffermano con grande soddisfazione davanti al banco e si appoggiano come se dovessero servire i loro primi clienti. Fin dall’inizio di ogni progetto studio con attenzione e precisione quale possa essere la soluzione migliore per il mio cliente, non solo in termini realizzativi o estetici.
Per me è importante che il cliente ritrovi nel suo spazio tutte quelle estensioni della sua persona che ci ha comunicato – o che abbiamo captato, io e i miei collaboratori – durante lo studio preliminare. Personalizzare lo spazio a misura del mio cliente è una missione difficile e gravosa di responsabilità, ci vuole sensibilità e ascolto. Empatia, in una parola. Alla fine, però, i risultati di questi trent’anni, da questo punto di vista, mi hanno dato sempre grandissime soddisfazioni.
Siamo agli sgoccioli dei nostri cinque giorni di montaggio e consegna della farmacia.
Rispettare i tempi di montaggio concordati con il cliente è sempre una sfida ardua, ma che non ho mai paura di perdere. Credo venga dalla motivazione di arrivare a questo momento molto importante con la massima precisione possibile e avendo fatto, previamente, tutti i calcoli necessari su tempi e quantità di lavoro. Posso dire che è un doppio vantaggio: nostro perché confermiamo la nostra affidabilità, del cliente perché può aprire o riaprire fin da subito la sua attività, senza perdere tempo. Siamo gli unici a dare questa possibilità ai nostri clienti e per noi è un piccolo grande vanto.
Il locale è esattamente come l’abbiamo visto su CAD e carta per mesi. Tutto corrisponde con grande precisione: le curve dell’espositore centrale, il violetto del pannello che sorregge gli scaffali, perfino la luce che batte sul bancone in Corian® disegna un colore che avevamo già previsto. Sono gli ultimi momenti e dopo il collaudo il nostro speciale weekend è terminato.
Vedo i miei Clienti entusiasti ed il loro sentimento mi contagia: ci scambiamo un cenno d’intesa, poi una stretta di mano ed è proprio in quel momento che fotografo i loro sorrisi e li conservo nella collezione dei nostri successi. Successi di squadra. Un’altra farmacia prende vita ed è pronta a diventare un punto vitale del territorio. Domani potranno sollevare la serranda per il collaudo ASL: un altro sogno si accende e ne siamo fieri e partecipi.
Il nostro lavoro non finisce qui, perché ci occuperemo dell’assistenza post-vendita e della garanzia, restando operativi per manutenzione ordinaria e straordinaria. Ammetto però che il momento più atteso è la scelta dei pasticcini per l’inaugurazione. Sì, perché penseremo noi anche a quello.